Verso un modello di housing sociale più flessibile, che contempla sia l’affitto che la vendita
Tra le proposte dell’Ance (Associazione dei costruttori edili) volte al rilancio del settore edilizio colpito dalla crisi, ci sono misure quali lo sblocco dei pagamenti alle imprese, soluzioni per ridurre l’invenduto, l’avvio delle opere medio-piccole, lo sblocco dei fondi Fas e comunitari, l’attuazione del Piano Cipe delle opere prioritarie.
Ma esistono anche altri temi sui quali i costruttori stanno lavorando per far ripartire il settore: tra questi il social housing di quarta generazione e i programmi innovativi di edilizia scolastica. Sul primo tema l’Ance punta a migliorare il modello tradizionale di housing sociale verso una maggiore flessibilità, cioè “verso un modello di quarta generazione che contempli sia l’affitto sia la vendita e non solo la locazione”, ha spiegato il direttore generale dell’Ance, Federico Merola.
40 progetti in Italia
Intervistato da Il Sole 24 Ore, Merola ha precisato che sono in fase di gestazione 40 progetti in Italia di social housing di quarta generazione: 23 al Nord, 15 al Centro e 2 al Sud. Ma di cosa si tratta? Il direttore dell’Ance ricorda che “si è partiti con un piccolo intervento a Crema, basato su contratti di affitto a 25 anni, difficilmente finanziabile con soli capitali privati. Poi si è sviluppata una seconda generazione progettuale, quella di Parma, con affitto e vendita, con maggiore capacità quindi del progetto di autosostenersi, anche se con un intervento del Comune. Il modello di terza generazione, accanto a una componente prevalente di social housing, consente anche la presenza di altre destinazioni d’uso. L’auspicio dell’Ance – ha spiegato Merola – è di passare a una quarta generazione, con una componente di social housing rilevante ma non prevalente. E in futuro prevedere anche lo spazio per la scuola”.
Molti costruttori puntano al nuovo modello
Quello del social housing è un tema di tradizionale interesse per l’Ance, che però intende affrontarlo, sottolinea Merola, “sulla scorta delle nuove modalità lanciate dalla Cassa depositi e prestiti per incanalare risorse pari a 8/10 miliardi di euro, tra equity e debito”. Il direttore generale dell’Ance riconosce alle Fondazioni e alla Cdp “il merito di aver portato avanti un progetto ambizioso che oggi costituisce uno dei pochi programmi strutturati di intervento”. Ora però l’Ance ritiene necessario puntare su un modello di social housing di quarta generazione, sul quale molti associati Ance si stanno muovendo “mettendo in gioco terreni e capitali privati”, sottolinea Merola. “Per attirare capitali privati, i progetti devono essere redditizi”, aggiunge, ma ciò “non inficia la valenza etica dell’intervento”.