I progetti per la casa. Segnalata la necessità di dare risposte diversificate di «housing sociale». «Nel 2011la ricostruzione del residence Prealpino»
Ettore Isacchini: «È cresciuta la percentuale di persone troppo ricche per entrare nelle graduatorie ma troppo povere per trovare alloggi nel mercato immobiliare»
Il 2011 sarà l’anno della ricostruzione del Residence Prealpino e della messa a punto del Contratto di quartiere ma soprattutto sarà l’anno dell’eleborazione di una nuova strategia di “social housing”.
Il messaggio che giunge dalla sede dell’Aler di Brescia è forte e chiaro: le richieste di alloggio sociale sono in costante crescita e questo rende necessario trasformare la “vecchia” fase prettamente assistenzialista in un più articolato progetto di matrice europea. «Con l’ultimo bando sono state presentate oltre 3000 domande» spiega il vicepresidente dell’Aler Corrado Della Torre che parla di un fenomeno che «la dice lunga sul bisogno di casa esistente nonostante la crisi del settore» e torna a palesare una «sempre più evidente divaricazione tra domanda e offerta».
«STIAMO GIÀ valutando con il Comune di Brescia la realizzazione di una serie di interventi che possano in qualche modo dare una risposta alle richieste di quella “zona grigia” che resta esclusa dalle graduatorie» chiarisce il presidente Ettore Isacchini spiegando come sia notevolmente cresciuta negli anni la percentuale di persone che non possono fare richiesta per le case Erp perchè considerate «troppo ricche» (il parametro resta quello di un reddito annuo complessivo inferiore ai quattordicimila euro) ma che al contempo«troppo povere» per permettersi una casa a costo di mercato.
«La compagine sociale è molto mutata – continua Isacchini – . Oggi ci sono sempre più separati costretti a vivere da soli e che faticano a pagare un doppio affitto, persone anziane rimaste senza nessuno, famiglie che una volta godevano di due redditi e che oggi ne hanno solo uno» aggiunge il presidente dell’Azienda di viale Europa, che precisa come una modifica dei criteri su cui si basa l’edilizia residenziale pubblica si renda necessaria anche in ottemperanza delle recenti politiche regionali.
L’ALER DI BRESCIA dunque – una «azienda attiva e non certo un carrozzone» precisa Isacchini -, si rimbocca le maniche e si impegna a portare a termine i progetti avviati. Non solo quelli in fase di conclusione (dai 28 alloggi di via Verona a Brescia ai 7 di via Santellone a Marmentino sino ai 16 di via Verdi a Lumezzane e ai 10 di via Napoleone a Travagliato) ma anche quelli per il cui finanziamento (di 7 milioni 865 mila euro) è già passata la richiesta in Regione e attende solo il beneplacito del Ministero (10 alloggi in via don Toninelli a Concesio, 24 in località San Vigilio a Concesio, 12 a Castegnato, 8 in vicolo Borgondio e 14 a Sanpolino a Brescia).
E non è tutto. Il 2011 vedrà anche la ricostruzione del Villaggio Prealpino («O almeno questo è l’auspicio» puntualizzano i vertici di viale Europa), la «liberazione» della Torre Tintoretto (ora sgombrata per un terzo ma che verrà liberata completamente entro il giugno 2012), la costruzione di 72 alloggi in legno nella zona di Sanpolino («antisismici, con tempi di costruzione più brevi e privi dei rischi connessi all’edilizia tradizionale» spiega Isacchini esponete del Pdl di cui è coordinatore cittadino), nonché tutta una serie di interventi di manutenzione straordinaria volti alla definitiva eliminazione dell’amianto (in via del Sarto, al quartiere Perlasca, in via Tiziano), alla protezione dall’abusivismo (tanto alla Tintoretto quanto in altri stabili di Brescia e provincia) e alla riqualificazione energetica (in vicolo Urgnani a Brescia, piazza Aldo Moro a Chiari, via Cavone a Iseo, via degli Orti a Vobarno e via Giovanni XXIII a Desenzano).
Importanti anche gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria portati a termine nel 2010 (rispettivamente di 5 e 2 milioni di euro circa) e la sigla a dicembre dell’accordo con il sindacato degli inquilini per una riduzione del 5 percento dell’adeguamento del canone per le fasce di protezione e il mantenimento dei contributi per le bollette dei 798 appartamenti (474 dell’Aler, 151 del Comune di Brescia e i restanti 173 di altri quaranta comuni) in area di protezione a canone minimo di 20 euro al mese. Nel 2010 di questo fondo sociale per il riscaldamento sono stati erogati circa 72mila euro.