E sul fronte dell’edilizia popolare, incentiveremo sempre più il social housing, cioè l’affitto a prezzi agevolati, come nel complesso della Passalacqua».
Il Pd affronta il caso delle costruzioni invendute e lancia alcune proposte per il Piano degli interventi
«Revoca dell’edificabilità. La città non va snaturata» Giacino apprezza: «Siamo per lo sviluppo armonico»
Case invendute a San Michele, come in altri quartieri. Un problema su cui si confrontano la politica e i rappresentanti del settore, in primis l’Ance (Associazione costruttori edili). Per frenare le colate di cemento indiscriminate, che si trasformano in alloggi senza acquirenti, si cerca una soluzione valida per l’urbanizzazione armonica della città, la ripresa del settore costruzioni in difficoltà, i bisogni di famiglie senza troppi soldi da spendere.
RICHIESTE DEL PD. Per il Pd, il consigliere comunale Roberto Uboldi e il segretario cittadino Stefano Vallani avanzano proposte per l’imminente approvazione del Piano degli interventi da parte del Comune. «Inserire clausole per costringere i costruttori a terminare i cantieri in tempi prestabiliti, senza proroghe infinite. Pena, la revoca dell’edificabilità dell’area». E poi: «Prevedere una fideiussione consistente sulle opere. Se non portate a termine, il Comune la incassi».
Provvedimenti salvifici, secondo il Pd, contro le incoerenze che, per esempio, abbondano a San Michele. Due palazzi disabitati dal 1999 nelle vie Cernisone e Monte Tesoro; 150 alloggi popolari in via Marotto, dove il Pat prevedeva il polo scolastico. L’intervento di Fondo Frugose, in via Fedeli, snaturato dagli ampliamenti concessi col Piano casa; aree Peep con prezzi poco più bassi di quelli di mercato. E la spada di Damocle dell’area ex Tiberghien, ora ferma per dissidi societari, ma con un altissimo potenziale di edificazione. Un elenco da allungare con molti casi simili in altri quartieri, soprattutto periferici. «Si sta snaturando il territorio con costruzioni residenziali eccessive, invendute per prezzi troppo alti, in zone sprovviste di viabilità e servizi fondamentali», dicono Uboldi e Vallani.
L’ANCE, con il suo presidente provinciale Andrea Marani, spiega l’alta quota di invenduto con la mancata collaborazione da parte del sistema finanziario, colpevole di aver diffuso «la convinzione che il mattone non sia più un bene rifugio». Ma c’è dell’altro: «La gente vuole case di qualità, antisismiche e a risparmio energetico. Invece molte nuove abitazioni non sono al passo con i tempi: colpa di costruttori poco lungimiranti». Infine la stoccata alla politica: «Cantieri a rilento? Siamo vittime di una burocrazia che ci fa attendere dai 4 ai 10 anni per una concessione edilizia».
L’ASSESSORE all’Urbanistica Vito Giacino apprezza le proposte dell’opposizione: «Il nuovo Piano degli interventi, che approveremo dopo 60 anni di stasi, necessita dell’accordo delle parti». E rivela di aver appena concluso, in proposito, un incontro con i presidenti di circoscrizione. «Le parole d’ordine sono sviluppo armonico e servizi. Tutto ciò che il Comune incasserà dai privati per nuovi interventi verrà reinvestito sullo stesso territorio a favore dei cittadini, in spazi associativi, parchi, impianti sportivi. E sul fronte dell’edilizia popolare, incentiveremo sempre più il social housing, cioè l’affitto a prezzi agevolati, come nel complesso della Passalacqua».