Da uno studio del Ministero dell’Economia emerge che sono in Liguria le case più care d’Italia. La Regione interviene per recuperare alloggi Erp
È della Liguria il record nazionale dell’indice delle quotazioni immobiliari stabilito dal Ministero dell’Economia. Case care e reddito inferiore alla media: un mix micidiale sottolineato dalle cifre snocciolate dall’Osservatorio Regionale del Sistema Abitativo e che saranno presentate nel corso del Convegno Abitare in Liguria in programma oggi.
I problemi per la Liguria vengono da lontano: da un territorio “in linea” che vede la progressiva saturazione degli spazi lungo la fascia costiera, ugualmente interessata al progressivo aumento della popolazione in età avanzata e con un mercato immobiliare con valori molto alti – dovuti alla presenza del fenomeno delle seconde case, che rappresentano circa il 40% dello stock abitativo, con punte di oltre il 70%.
Cifre alla mano, infatti, l’indicatore delle quotazioni immobiliari (un indice compreso tra 0 e 1) è per la Liguria dello 0,3441, mentre nel resto del Nordovest è pari a 0,2211. Inoltre, più del 62% della popolazione vive nei 51 Comuni (su 235) dove l’indice è superiore a quello medio regionale.
L’oggettiva difficoltà ad accedere alla proprietà di un’abitazione si traduce in una comparazione tanto semplice quanto preoccupante: per comprar casa nella nostra regione servono dieci anni di stipendio contro i circa sei della media nazionale.
“L’accesso alla casa”, commenta amaro l’assessore alle politiche abitative Giovanni Boitano, “è da sempre una delle principali criticità del nostro territorio, tenendo anche conto che il fabbisogno di casa è in aumento perché sono purtroppo in aumento le povertà”.
“In questo contesto l’intervento pubblico si era finora indirizzato verso le realtà territoriali in cui maggiore si presentava la tensione abitativa, quindi lungo la costa, dove si è concentrata l’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica. È invece nella fascia intermedia che si potrebbe giocare la scommessa per il rilancio del territorio con la risposta al fabbisogno abitativo”, è l’analisi dell’assessore.
Sono infatti i comuni entro una fascia di 15-20 km dal mare che vedono un aumento di popolazione giovane, fenomeno che si è andato progressivamente affermando negli ultimi 15 anni. Ma è proprio in questa zona che sono pressoché assenti interventi di edilizia residenziale pubblica.
E qui si tocca un problema cronico della nostra nazione, basti pensare che in Liguria (dato perfettamente in linea con quello italiano) sono circa il 4% gli alloggi in affitto a canone sociale, a fronte del 34% dell’Olanda e del 20% del Regno Unito: investendo solo lo 0,6% del Pil in progetti di social housing contro una media europea dell’1%, l’Italia è fra i fanalini di coda, seguita soltanto da Lussemburgo, Portogallo e Grecia.
In Liguria si registra una richiesta di sostegno pubblico all’abitare da parte di almeno 3 nuclei familiari su 100, che comporta un fabbisogno a livello regionale stimabile in oltre 25.000 unità immobiliari contro le 20.383 a disposizione.
“Come Regione”, conlcude Boitano, “cerchiamo di dare una risposta lavorando sull’eliminazione degli alloggi sfitti e finanziando il recupero di case di edilizia residenziale pubblica. 1000 nuovi alloggi entreranno sul mercato nel 2011, a questi se ne aggiungeranno altri 1000 di social housing e a canone sostenibile realizzati attraverso interventi pubblici e privati”.