Social network, social media, social development ed ora anche social housing. Una tendenza che nasce per soddisfare il bisogno di “casa” a prezzi contenuti, senza scendere a compromessi in fatto di qualità.

È un fenomeno che, in Italia, non ha ancora preso piede, poiché la tendenza, almeno fino a poco tempo fa era l’acquisto: mutui e sacrifici pur di essere proprietari della casa in cui si vive. Ora, però, la crisi economica ha notevolmente mutato gli scenari.

E come fare, allora, ad avere una casa “bella” a prezzi accessibili? Semplice, con il social housing! Come il grattacielo che sorgerà a Milano, nella zona di viale Sarca, area Bicocca. Il progetto si chiama SMS, che sta per Social Main Street, è firmato da Urbam + Dante O. Benini & Partners, è promosso dalla Compagnia dell’Abitare, si avvale della consulenza di Vignelli Associates per quel che riguarda la «grafica» dell’edificio e ha già vinto il premio Qualità architettonica al Social Housing Awards indetto da Eire, il salone dedicato al mercato immobiliare e al real estate italiano e dell’area mediterranea. E non finisce qui! L’edificio è il più alto grattacielo al mondo costruito in legno, fatta eccezione per i tre piani di base – in calcestruzzo – e la struttura metallica del cavedio centrale.

Secondo motivo di orgoglio, il valore di efficienza, vale a dire il rapporto tra metri quadri e superficie sfruttata, che è del 90%. Terzo, ma non ultimo, il prezzo: 800 euro al metro quadro.Tre fattori che fanno del progetto un esempio di costruzione «sostenibile» nel doppio significato del termine: dal punto di vista ambientale e da quello economico.

Basta una manciata di semi per costruire una casa? Diciamo di sì! La deforestazione creata si ricostituisce in pochissimo tempo, il legno, poi, è riciclabile al cento per cento, ha un alto livello di salubrità, è permeabile all’aria, ha una bassissima dispersione termica, è antisismico. Possiamo chiedere di più?

Tutto bellissimo, ma due obiezioni vengono spontanee: il rischio di incendi e l’isolamento acustico. Obiezioni mosse a diritto, ma subito confutate: il legno utilizzato per la costruzione di case è ignifugo e agli edifici vengono applicati sofisticati sistemi antincendio. Quanto al rumore, basti dire che le pareti portanti hanno uno spessore di circa 50 centimetri. Sono realizzate con il sistema X-lam, pannelli a strati incrociati, che garantiscono solidità e flessibilità costruttiva insieme. Sul tetto, il parapetto fa da linea di gronda ed è formato di pannelli fotovoltaici che produrranno l’energia sufficiente ai servizi condominiali e alla fornitura di acqua calda. Al centro, in corrispondenza del cavedio, un grande “imbuto” fa da serbatoio per l’acqua piovana che, una volta raccolta, servirà per l’irrigazione degli spazi verdi, il lavaggio delle aree comuni, lo scarico delle acque nere e la vaporizzazione del cavedio, attraverso un sistema automatico che utilizza un doppio tubo a camicia che scende fino a terra.

La struttura del grattacielo, che avrà 112 unità abitative, da 48 a 100 metri quadri (e verranno affittate a 200 euro a posto letto), prevede che viverci non significhi soltanto rinchiudersi nel proprio appartamento, ma che sia possibile una socializzazione attraverso l’uso collettivo di alcuni spazi, come ad esempio postazioni wi-fi ad ogni piano, area jogging sul tetto.

Non solo architettura, ma anche benessere e miglioramento della qualità della vita. Perché vivere eco significa, anche, vivere meglio.