Il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, rilancia le proposte di «interventi sul risparmio energetico, la riqualificazione delle città, l’individuazione delle poche grandi opere e il rilancio dell’housing sociale».
Nuove regole in tutt’Italia con l’espulsione delle imprese con infiltrazioni malavitose
Paolo Buzzetti usa parole dure: «C’e un clima di rivolta tra i costruttori, contro la politica, che non è adeguata a dare risposte alla crisi».
Il numero uno dell’Ance esce da una «faticosissima» assemblea annuale, in cui i presidenti delle associazioni territoriali edili hanno protestato, si sono lamentati, hanno raccontato di società che chiudono, di pagamenti che non arrivano, di posti di lavoro che svaniscono: 350 mila in tre anni di crisi.
«I nostri sono in fermento – spiega Buzzetti – perchè la situazione è molto, molto difficile. Questi rovesci del Paese hanno provocato un clima di grande tensione. Ci avevano raccontato che tutto andava bene e i conti erano al sicuro, invece i pagamenti alle imprese non arrivano e alla le aziende non ripartono. Tutti gli stati europei investono fortemente nell’edilizia per favorire lo sviluppo, perchè solo noi no?».
Secondo i costruttori il contenimento del debito pubblico non può essere l’unica meta, perchè «così il Paese arretra e le imprese chiudono».
«É necessario – dice il presidente dell’Ance- creare sviluppo anche con l’edilizia. Non si può più aspettare, serve una reazione immediata. Siamo un paese bloccato e lento dove la politica non ascolta i cittadini e le imprese».
In Italia nel 2010 gli investimenti infrastrutturali sono calati del 18,4 per cento, a fronte invece di un +2,8 per cento della Germania e di un +1,8 per cento della Francia.
Buzzetti, a nome di tutti i costruttori italiani, chiede « un programma serio di liberalizzazione e di apertura dei tanti, troppi, mercati chiusi senza concorrenza, per reperire i fondi che servono per mettere in sicurezza il territorio, costruire strade e ponti, migliorare la viabilità delle città».
Quanto ai costi della politica, Buzzetti denuncia una «gestione clientelare», per esempio degli enti locali. «É ora di finirla – dice-, paghiamo noi i costi della crisi, non c’è un’azione chiara che possa essere intrapresa, abbiamo proposto programmi di intervento che possono dare occupazione ma siamo rimasti inascoltati».
Il presidente dei costruttori chiede «una reazione immediata» e rilancia le proposte di «interventi sul risparmio energetico, la riqualificazione delle città, l’individuazione delle poche grandi opere e il rilancio dell’housing sociale»
L’Ance decide anche di scendere in campo decisamente per contrastare le infiltrazioni malavitose nell’edilizia. E decide di estendere a tutte le proprie associazioni territoriali in l’Italia, la delibera di Confindustria per la tutela della trasparenza nelle associazioni del Mezzogiorno.
I punti principali prevedono sanzioni severe, dalla sospensione fino alla espulsione e obbligo di denuncia alla magistratura nel caso di estorsione subita degli imprenditori.
L’obiettivo, spiega Buzzetti, è salvaguardare le imprese e allo stesso tempo promuovere la legalità. Perchè per combattere il fenomeno è necessario che al lavoro delle istituzioni si associ un processo di rinnovamento etico.
In questo processo l’Ance vuole giocare un ruolo fondamentale e attraverso questa iniziativa mira a tutelare le imprese sane del Paese che troppo spesso si trovano a dover fronteggiare da sole la concorrenza sleale della criminalità oltre che subirne le prevaricazioni.
Buzzetti ricorda che l’allarme di infiltrazioni della criminalità anche al centro e al nord è partito dal ministero dell’Interno, a cui l’Ance ha proposto di collaborare, per esempio con la tracciabilità dei subappaltatori.