La Regione da parte sua puo’ intervenire con gli strumenti che ha disposizione, con mutui agevolati e progetti di housing sociale innanzitutto, ma anche ricominciando a costruire case popolari
Quarantamila famiglie a rischio, soltanto a Roma, per l’aumento dell’affitto o lo sfratto. Si tratta degli inquilini degli enti pubblici privatizzati, il cui patrimonio immobiliare e’ stato gia’ venduto, oppure sara’ messo sul mercato fra breve.Di questo tema si e’ occupato oggi il consiglio regionale, approvando all’unanimita’ una mozione, primo firmatario Luigi Nieri (Sel).
Come fa sapere lo stesso consiglio regionale, con la mozione si “impegna la giunta regionale su tre punti: sollecitare il governo a convocare il tavolo interistituzionale gia’ istituito, al quale partecipano i ministeri competenti, il Comune di Roma, la Regione e le parti sociali interessate; sollevare in via incidentale di fronte alla Corte costituzionale l’illegittimita’ della norma che ha privatizzato gli enti; convocare il tavolo regionale sulla casa ‘per predisporre un piano per affrontare questa nuova emergenza con gli strumenti sia finanziari che legislativi gia’ a disposizione’ per la tutela dei cittadini coinvolti”.
”Ci sono due diversi problemi: a chi ha deciso di non comprare la casa messa in vendita dall’ente 8 anni fa, sta scadendo il periodo in cui era garantita la permanenza nell’alloggio con un canone concordato; poi ci sono i grandi patrimoni, ad esempio dell’Enasarco, che stanno avviando la vendita – ha detto Nieri – Insomma, e’ una nuova emergenza alla quale dobbiamo dare risposte”.
L’assessore alla Casa, Teodoro Buontempo, ha spiegato che serve ”una legge nazionale che dia nuovamente una funzione sociale al patrimonio immobiliare degli enti privatizzati. La Regione da parte sua puo’ intervenire con gli strumenti che ha disposizione, con mutui agevolati e progetti di housing sociale innanzitutto, ma anche ricominciando a costruire case popolari. Alla fine del 2012 a Roma avremo 50mila famiglie con sfratto esecutivo, dobbiamo intervenire per tempo”.