Importante massimizzare le opportunità esistenti, come il social housing e l’intervento per le energie rinnovabili e il risparmio energetico
Dall’inizio della crisi, nel 2007, si è ridotto di un quarto il volume delle compravendite residenziali, che si prevede raggiungeranno le 595.000 unità entro la fine del 2011, solo il 2,8% in meno rispetto alle 612.000 del 2010. Nonostante la stagnazione della domanda, i prezzi medi a livello nazionale sono rimasti praticamente stabili, con una riduzione nel 2010 solo dell’1,9% in termini reali.
Tuttavia nelle grandi città si è registrato un piccolo rimbalzo. A Milano, nelle aree di pregio, i valori salgono del 5%, nelle zone intermedie del 2,4% e in periferia dell’1,6%. A Roma, invece, i prezzi aumentano di più nelle zone semicentrali: +2,7% in centro, +3,6% nel semi centro, +1,7% nelle periferie.
E’ quanto emerge dalla 15° edizione del monitoraggio immobiliare <em>Rem. Real Estate Monitor</em> realizzato da Censis e Scenari Immobiliari. Il Rapporto propone anche un programma in sette punti per rilanciare il settore:
1 Cogliere il vento dei business possibili. E’ molto importante massimizzare le opportunità esistenti, come il social housing e l’intervento per le energie rinnovabili e il risparmio energetico. Bisogna puntare sugli effetti positivi della cedolare secca sugli affitti, attraendo risparmi familiari per immobili da dare in locazione.
2 Inventiva, competenza e aggregazione per accrescere la potenza imprenditoriale. E’ necessario superare la dimensione artigianale, centrata sul solo imprenditore capo-azienda per realizzare la transizione verso medie imprese che incorporino maggiori competenze tecniche, proprio come è successo nel settore manifatturiero.
3 Ridare anima ai progetti immobiliari. Molti interventi e investimenti del real estate italiano incontrano difficoltà a realizzarsi o restano sulla carta a causa della cattiva qualità dei progetti.
4 Ritrovare un equilibrio tra finanza immobiliare, promotori/costruttori e Comuni. La finanza immobiliare è portatrice, oltre ai mezzi finanziari, di un sistema di regole per garantire la riuscita degli interventi.
5 Allargare l’orizzonte ai mercati internazionali. L’industria immobiliare italiana deve espandersi all’estero. Molte imprese italiane richiedono immobili per la loro espansione internazionale e Paesi a noi vicini (dalla Turchia alla Russia) presentano tassi di crescita del 4-5% all’anno.
6 Alzare il tono della fiducia, condividere valori. In Italia voci diverse reclamano più trasparenza a tutti i livelli. Diventare industria immobiliare comporta anche l’onere di mettere in campo meccanismi non giurisdizionali di garanzia, in modo da incrementare il capitale fiduciario all’interno e all’esterno del settore.