Sperimentare un nuovo approccio per affrontare il disagio abitativo favorendo la creazione di strutture e servizi di buona qualità a costi calmierati.
È questo l’obiettivo di “Sharing”, progetto di housing sociale temporaneo inaugurato oggi, 4 ottobre 2011, a Torino in via Ivrea 24. L’iniziativa, che ha richiesto un costo di 14,5 milioni di euro finanziato per il 90% dalla Fondazione CRT, per il tramite della Fondazione Sviluppo e Crescita, è stata realizzata attraverso la società Ivrea 24 Abitare Sostenibile grazie alla collaborazione della Città di Torino.
122 alloggi e 58 camere a uso hotel
Da un ex palazzo delle Poste abbandonato da una ventina d’anni – superficie di circa diecimila metri quadrati, composto da due corpi di fabbrica da nove piani fuori terra ciascuno – sono stati ricavate 122 unità residenziali, da affittare in media a poco più di 400 euro mensili, provviste di cucina ad induzione, completamente arredate, dotate di servizio wi-fi gratuito e sistema di domotica per il controllo delle utenze e 58 camere ad uso hotel i cui costi sono particolarmente contenuti (circa 50 euro compresa la colazione). Sharing offre inoltre servizi sanitari, di promozione sociale, spazi commerciali aperti a inquilini e residenti che siano in grado di creare oltre ad un’offerta abitativa anche una socialità tra le persone.
Progetto pensato per la “fascia grigia” della popolazione
L’iniziativa intende dare una risposta alla domanda residenziale della cosiddetta fascia grigia della popolazione, che non trova collocazione nel mercato immobiliare e non è destinataria dei piani di residenza popolare, rivolti a chi vive una vera emergenza sociale.
Dall’apertura, avvenuta a inizio settembre, sono già state accolte quasi 300 persone fra studenti, genitori single, parenti di degenti negli ospedali cittadini, lavoratori fuori sede. Un centinaio di ospiti sono cinesi che studiano ingegneria dell’automobile o architettura al Politecnico di Torino. La Città di Torino ha iniziato ad inviare, in base a una convenzione siglata ad agosto, famiglie in emergenza abitativa, in attesa di trovare una sistemazione permanente: al momento si tratta di 21 unità abitative che potrebbero aumentare in base al numero degli ospiti.
Attenzione alla sostenibilità
Nel progetto sono stati impiegati materiali disinquinanti fotocatalitici che consentiranno la rimozione di particelle inquinanti dall’aria e l’auto-disinfezione da contaminanti batterici; inoltre, l’acqua calda sanitaria e l’energia elettrica verranno prodotte da impianti solari termici e fotovoltaici di notevole efficienza in grado di coprire una parte consistente del fabbisogno delle unità abitative. Previsto anche un sistema di recupero dell’acqua piovana per irrigare il giardino.
Il progetto è gestito dalla società Sharing che si impegna a restituire l’investimento della Fondazione in una ventina d’anni a un canone annuo di 600mila euro. Altri ne seguiranno a partire da Settimo Torinese e Asti che potrebbero vedere la luce in primavera.
“Per noi – spiega il segretario generale della Fondazione Crt Angelo Miglietta – non si tratta di un’operazione puramente erogativa ma di una forma di investimento sociale che contempla un ritorno sul territorio anche di tipo economico e la responsabilizzazione dei soggetti coinvolti. Le risorse generate infatti consentiranno il reinvestimento del capitale in operazioni della stessa natura, dando avvio a un circolo virtuoso”.