Il social housing potrebbe essere la chiave vincente per il futuro nel settore dell’edilizia. Purché si rispettino le norme ambientali.
L’edilizia sociale in Italia prende avvio con la Legge Luttazzi approvata nel 1904, in questo caso le sovvenzioni sono a carico dello Stato considerando che occorreva anche dare una risposta in relazione alla ‘quantità’ di unità abitative. Una quantità abitativa che diventa il punto fondamentale anche successivamente ai due conflitti bellici considerata l’esigenza della ricostruzione.
Oggi la risposta del social housing si prefigge nuovi obiettivi per avere anche un approccio diversificato. Il diritto alla casa, in Italia, non è sancito costituzionalmente, se paragonato ad altri paesi europei e questo rappresenta già una differenza molto importante.
La realizzazione di alloggi sociali oggi avviene attraverso soggetti pubblici, operatori in house, operatori indipendenti, operatori di mercato. Le proposte che riguardano il settore tendono a convogliare l’attenzione anche sul problema energetico e ambientale che permette così di aprire un dibattito che oggi si dimostra essere di grande attualità. Concepire un social housing che metta al primo posto il rispetto delle normative vigenti per l’attuazione d’impianti di riscaldamento e raffreddamento che siano a basso impatto ambientale è fondamentale, così si crea una linea di collegamento che unisce due realtà.
La fascia di popolazione che oggi accede al social housing rientra in una fascia di mercato ampia ma non così troppo povera da accedere all’edilizia popolare. Un esempio concreto è dato dalla realtà delle giovani coppie, che pur avendo un sostentamento economico generato da un lavoro, non riescono ad accedere serenamente all’acquisto di una casa. In questo momento il mercato è in una situazione iniziale e completa apertura, ma occorre ancora risolvere problemi che attengono anche al settore amministrativo.
Gli investimenti sono frenati per diversi motivi, bisogna dunque sciogliere problemi che impediscono anche l’investimento stesso. Senza dubbio sono aperti tavoli di discussione in diverse regioni italiane che cercano di trovare quell’equilibrio per partire con dei progetti, che sarebbero, anche in questo momento un’utile soluzione.