Piccoli protagonisti ed imprenditori locali del settore dell’edilizia si sono messi insieme per cercare di realizzare qualcosa di molto grande e di importante ed hanno centrato l’obiettivo così ora nelle Marche la modalità abitativa del social housing inizia ad essere molto diffusa e ci sono ben venticinque interventi in centri minori che portano ad un totale di quattrocento unità abitative sparse su tutto il territorio marchigiano.
L’idea del progetto è costata circa cento milioni di euro e rappresenta un modello per l’intero Paese: un gruppo di imprese e cooperative a livello locale ha sostenuto la creazione di un fondo per l0investimento, e l’unione di queste realtà ha permesso di rispondere alla domanda di case che non era, fuor di dubbio, così forte come nei grandi centri abitati, ma comunque era resa più grave dalle richieste di servizi sempre più pressante da parte delle persone anziane.
Tre anni fa è nato “ Abitare sostenibile Marche ed Umbria” su ispirazione di una cooperativa di Pesaro, la Tecno Habitat, che oggi è il braccio operativo dell’accordo firmato da una dozzina di imprese marchigiane e dalla Fondazione Housing Sociale nell’aprile di quest’anno; l’approvazione definitiva per creare un fondo immobiliare finalizzato al finanziamento di piccoli progetti di coabitazione sociale e di assistenza sanitaria, ne sono scaturiti quattrocento alloggi distribuiti in quindici Comuni, tutti nelle Marche tranne uno a Perugia e sei strutture per l’accoglienza degli anziani con complessivi seicento posti letto.
È stata anche pensate una differenziazione dell’offerta che permetterà di dare risposta ai diversi bisogni: dal social housing in affitto a lungo periodo, sarà gestito in questo modo un quarto delle Rsa e degli alloggi, alla possibilità di affitto con riscatto e diritto di prelazione a cinque o quindici anni, la metà delle abitazioni o le cessioni a prezzi convenzionati.