Via a un progetto pubblico-privato che sblocca il mercato immobiliare
Primo obiettivo è quello di realizzare 500 alloggi da destinare al canone moderato, con un investimento di circa 110 milioni di euro. Ma in prospettiva il nuovo Fondo di housing sociale dovrà arrivare alla creazione di duemila alloggi. Ma se questo è lo scopo finale, quello intermedio non è da meno: rimettere in moto soldi e risorse nel campo dell’edilizia. Ieri la giunta provinciale ha dato il via libera al Progetto Fhst, elaborato da Tecnofin trentina con il supporto di Cassa depositi e prestiti. Di fatto si tratta di una fondazione che raccoglierà capitale pubblico e privato allo scopo di realizzare alloggi nel settore del canone moderato, cioè con affitti mediamente più convenienti del 30% rispetto ai prezzi di mercato.
Lo strumento dà risposta a quella fascia di popolazione che è troppo ricca per le agevolazioni Itea, per intendersi, ma troppo povera per permettersi una casa di proprietà. Ci rientrano, dunque, i nuclei familiari che spaziano tra gli indicatori Icef da 0,18 a 0,39 che corrisponde, indicativamente, ad un nucleo familiare composto da 3 persone in una fascia di reddito compresa fra i 18 mila e i 40 mila euro.
Se questo progetto di housing sociale vuole mettere sul territorio una buona dotazione di appartamenti, nel suo iter prevede di raggiungere un altro obiettivo: quello di mettere in moto la finanza locale e il comparto immobiliarista. Il Fondo infatti si baserà su un supporto finanziario pubblico nell’ordine di 10 o 20 milioni, ma tutto il resto dovrà arrivare da imprese private, banche, assicurazioni, eccetera. C’è dunque chi contribuirà con denaro sonante, ma sarà anche possibile partecipare all’operazione mettendoci terreni o immobili che devono essere valorizzati (ci si augura a prezzi congrui).
E’ il caso, per esempio, di Comuni che hanno necessità di alienare edifici per rimpinguare il bilancio o semplicemente perché non intendono accollarsi onerose spese di ristrutturazione. Per gli istituti di credito, invece, si tratta di mettere in circolo quei patrimoni legati al settore edile ma bloccati per la crisi di mercato che tiene tutto congelato. I tempi sono piuttosto contenuti: entro l’autunno la Fondazione sarà operativa con il primo obiettivo dei 500 alloggi, ma fin da subito potrà organizzare i piani di investimento.