Una misura per rilanciare un mercato fermo», spiega Sergio Urbani
Nel decreto sulle liberalizzazioni sono confluite alcune misure per il rilancio dell’edilizia. Tra le altre misure c’è il sistema per la compensazione dell’Iva, che a differenza di quanto deciso nella bozza uscita venerdì scorso dal CdM, si applicherà solo all’housing sociale, non più agli immobili invenduti dopo cinque anni dalla loro ultimazione. La reintroduzione dell’Iva rimane quindi solo nell’ambito dell’housing sociale e dell’edilizia convenzionata, per gli alloggi affittati o ceduti a prezzo calmierato.
Con il nuovo decreto sono soggette ad Iva le locazioni effettuate in attuazione di piani di edilizia abitativa convenzionata, purchè di durata non inferiore a 4 anni, e le locazioni di alloggi sociali. Perchè ciò sia possibile, il locatore deve indicare espressamente nell’atto l’opzione per l’imposizione. «È un provvedimento che viene incontro al grande problema dell’invenduto», spiega Sergio Urbani, direttore della Fondazione Housing Sociale. «Riguarda l’edilizia sociale e non l’edilizia libera e favorisce l’acquisto da destinare alla locazione: il soggetto che compera viene equiparato al costruttore, quindi può recuperare l’Iva del 10%, con i contratti di affitto ma anche con tutti i lavori eventuali di manutenzione. Dopo 15 anni di crescita il mercato si è fermato: questo provvedimento invece potrebbe aprire prospettive rilevanti»