Il difficile momento che viene affrontato da tutte le famiglie, a Termoli come altrove nel Paese (ma anche in Europa) propone quotidianamente storie di ordinario disagio e di drammaticità latente.
Tra i punti più oscuri vi è certamente il dramma dell’emergenza abitativa, con le giovani coppie schiacciate dalla precarietà nel mondo del lavoro a cui non è permesso con tanta facilità di ricorrere al mutuo immobiliare per realizzare il sogno della casa di proprietà, con le famiglie dove aumentano i casi di disoccupazione, mobilità e cassintegrazione – magari proprio con la rata del mutuo da onorare oppure con pigioni da diverse centinaia di euro al mese – insomma, un quadro altamente critico.
Per queste ragioni, il problema dell’emergenza abitativa nel nostro territorio sta raggiungendo ormai i livelli di guardia, con ripetuti e continui sfratti per morosità e pignoramenti dovuti proprio all’insolvenza delle rate fondiarie da parte di nuclei familiari che si sono ritrovati nella piena indigenza.
Di questo si discuterà presto in consiglio comunale, sotto forma di mozione, che sarà presentata oggi dai consiglieri del Pdl, primo firmatario Francesco Roberti.
“Il bisogni di casa è un problema sociale e va affrontato con un insieme coordinato di politiche di programmazione sociale, finanziaria, edilizia urbanistica e di governance tra soggetti pubblici e privati – affermano i consiglieri Pdl – vista anche l’impossibilità da parte dello Iacp di far fronte alle numerose richieste di emergenza abitativa. Il perseguimento di politiche attive è vitale: acquisizione di alloggi in proprietà comunale, reperimento di volumetrie adeguate o trasformate da destinare all’emergenza abitativa, fino alla piena applicazione del programma di edilizia sociale contenuto nel piano casa”.
Proprio per sbloccare questo ambito viene proposto che il consiglio comunale in sede di accordo di programma per la realizzazione dell’edilizia sociale consideri progetti prioritari quegli interventi che garantiranno nel più breve lasso di tempo una percentuale di alloggi da cedere gratuitamente al comune per fronteggiare l’emergenza abitativa, fuori dai parametri dell’indice di fabbisogno abitativo già censito e senza gli oneri del costo di costruzione.
Appartamenti che diverrebbero patrimonio comunale, dando risposte concrete sul ‘social housing’.