Non più palazzoni dall’estetica discutibile o casette precarie in legno. La nuova frontiera dell’edilizia sociale sposa i più avanzati principi della bioarchitettura, per edifici sempre più alti ed efficienti
Tempi di realizzazione ridotti e budget low cost. Sono i punti di forza del social housing che punta su legno e bioarchitettura. Una soluzione che permette di non rinunciare alla qualità dell’abitare ma di realizzare, al contrario, edifici ad alte prestazioni energetiche. In Italia, secondo le stime recenti del settore, l’edilizia sociale ha scarsi indici di sviluppo, con una media del 6% contro quella europea assestata al 20%, per un totale di 620mila abitazioni occupate da 2,4 milioni di persone.
L’input potrebbe però arrivare dopo la modifica della legge n. 380/6 giugno 2001 (art. 52, comma 2). Infatti la norma, contenuta nel decreto Monti del 6 dicembre 2011, elimina l’obbligo di chiedere il nullaosta al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per le nuove costruzioni in legno superiori ai quattro piani. Uno snellimento delle procedure non da poco, soprattutto per i nuovi front dell’edilizia sociale.
Puntare a grandi costruzioni in legno che si sviluppano in altezza al pari di qualsiasi struttura in cemento sembra essere la nuova frontiera per il settore. Un’idea accolta anche dal nuovo progetto di Via Cenni a Milano, realizzato da Polaris Investment Italia SGR Spa in collaborazione con Fondazione Housing Sociale (FHS). Soltanto lo scorso gennaio è stato tagliato il nastro del cantiere, dove si prevede di realizzare entro 14 mesi un ampio complesso con strutture portanti lignee. Quattro edifici di nove piani per un totale di 124 appartamenti: questi i numeri dell’opera progettata in classe energetica A.
Un traguardo possibile anche grazie alle caratteristiche intrinseche delle pareti in legno X-Lam che spingono a considerare, per un appartamento di 100 mq, un consumo medio annuo inferiore ai 300 €. Una scelta in linea con il rispetto per l’ambiente, con materia lignea proveniente dalle foreste certificate dell’Austria (l’azienda produttrice MAK Holz-StoraEnso vanta le certificazioni Iso 9001:2008, Iqnet e Pefc).
«Abbiamo scelto un materiale tanto antico quanto naturale – spiega il progettista, l’arch. Fabrizio Rossi Prodi – : il legno massiccio in pannelli a strati incrociati (X-Lam), con il quale verrà realizzata tutta la struttura, compresi scale e vani ascensore, che poggerà su un’autorimessa interrata in cemento armato».
E la scelta dell’X-Lam per realizzare edifici residenziali pubblici da estendersi in altezza, cade anche sul progetto di Viale Gianotti a Firenze. Entro nove mesi, a fine 2014, si prevede di consegnare i primi alloggi, tutti di classe energetica A+ con approvvigionamento esclusivo da fonti rinnovabili. Il plesso – messo a punto da Casa S.p.A. con la consulenza di Legnopiù S.r.l. – sarà costituito da tre edifici in legno. I due a destinazione residenziale si svilupperanno su 6 piani e 4 piani mentre il terzo, di 2 piani, ospiterà una ludoteca.
A canone agevolato saranno invece concessi gli appartamenti di Montaione, ancora nel fiorentino, ove sorgerà un edificio completamente in legno di abete. Il plesso di tre piani fuori terra sarà accolto nell’area Peep Casanova, in via Berlinguer, per un totale di 10 alloggi di classe energetica A+. I lavori, assegnati nell’ottobre 2011 a Publicasa Spa (associazione temporanea di imprese locali), saranno portati a completamento già entro l’estate a venire.