Un dono per l’arrivo di Papa Benedetto XVI
In via Padova, quartiere multietnico, ora c’è Maison du monde, un immobile che vuole essere il simbolo dell’integrazione: 50 appartamenti a canone calmierato per famiglie italiane e straniere, tra studenti universitari e anziani…un condominio solidale. Un progetto di housing sociale portato avanti da Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Fondazione Housing sociale e reti del Terzo Settore.
Milano, 28 maggio 2012. Il VII Incontro mondiale delle Famiglie lascerà a Milano un segno concreto di ospitalità: Maison du Monde, un progetto di housing sociale, voluto dalla Fondazione Cariplo, da Regione Lombardia, da Fondazione Housing Sociale e realizzato grazie all’intervento del Fondo Immobiliare di Lombardia, gestito da Polaris Investment Sgr. Un’ idea maturata e divenuta realtà proprio in vista dell’arrivo del Papa a Milano per l’evento internazionale che nel capoluogo lombardo richiamerà famiglie da tutto il mondo. «Vorremmo che Maison du Monde divenisse un esempio di accoglienza – ha detto il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti –. Siamo onorati di poter consegnare simbolicamente questo progetto al Santo Padre».
Nel quartiere multietnico di via Padova Maison du Monde vuole essere un esempio d’integrazione tra famiglie italiane e straniere, tra giovani e anziani. Il progetto interviene sull’edificio al civico 36, originariamente di proprietà dello scultore scomparso Marco Mantovani e successivamente donato dall’artista alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana.
La ristrutturazione dell’edificio, resa anche possibile grazie al sostegno della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia per 1,5 milioni di euro ciascuno, consentirà di ricavare 50 alloggi di varie metrature e tagli, che saranno offerti in locazione calmierata a giovani coppie e famiglie italiane e straniere in difficoltà economica, o come residenza temporanea per persone alla ricerca di soluzioni abitative in città a basso costo (lavoratori in trasferta o in mobilità, lavoratori precari, studenti e ricercatori, giovani interessati a esperienze formative o di lavoro, parenti o amici di degenti ospedalieri), oltre che per ospitare inquilini già residenti.
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