A Nazareth e Milano sorgeranno due centri per la famiglia. Due realtà che vogliono idealmente proseguire l’esperienza comunitaria del VII Incontro mondiale delle famiglie.
Il VII Incontro mondiale delle famiglie lascerà in eredità due segni concreti di attenzione alle famiglie: uno, in un luogo simbolico, Nazareth, l’altro a Milano. Il primo è la realizzazione del sogno che il Beato Giovanni Paolo II nel 1997 aveva manifestato in occasione del II Incontro Mondiale delle Famiglie a Rio de Janeiro. Benedetto XVI ha raccolto il testimone dal suo predecessore e ha deciso di dare vita al Centro internazionale per la Famiglia Nazareth perché, come ha detto in occasione del suo viaggio in Terra Santa nel maggio del 2009, «promuova una forte vita familiare in questa regione, offra sostegno ed assistenza alle famiglie ovunque, e le incoraggi nella loro insostituibile missione nella società». La struttura – promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e che sarà gestita dal Rinnovamento nello Spirito Santo – sorgerà sulla sommità della collina che domina la città di Nazareth e la Basilica dell’Annunciazione. Il Centro di spiritualità familiare accoglierà famiglie pellegrine in Terra Santa ma farà anche formazione alla vita genitoriale e familiare e agli operatori pastorali. A questo si aggiunge il sostegno materiale alle famiglie in difficoltà, in special modo della Terra Santa, attraverso progetti internazionali di fund raising. Nel Centro, inoltre, avrà sede un Osservatorio Internazionale sulla pastorale familiare nel mondo, particolarmente in Terra Santa e nel Medio Oriente, e opererà in coordinamento con le Conferenze episcopali di tutto il mondo, le Università Cattoliche e le Istituzioni Internazionali a servizio della famiglia.
A Milano invece verrà costruito un condominio solidale per giovani coppie, stranieri, studenti, lavoratori precari, abitanti temporanei della città. Un luogo dove sperimentare nuove forme di convivenza, grazie ad una rete di associazioni, fondazioni, cooperative impegnate nel territorio. “Maison du Monde” – questo il nome della struttura che sorgerà nel problematico quartiere di via Padova – è un progetto di housing sociale finanziato dalla Fondazione Cariplo, dall’assessorato alla Casa della Regione Lombardia, da Fondazione Housing Sociale e realizzato grazie all’intervento del Fondo Immobiliare di Lombardia. La realtà vuole essere un esempio d’integrazione tra famiglie italiane e straniere in un luogo-simbolo della città. Il progetto di via Padova 36, originariamente di proprietà dello scultore scomparso Marco Mantovani e successivamente donato dall’artista alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, consentirà di ricavare 50 alloggi, che saranno offerti in locazione calmierata. Il progetto prevede anche l’attivazione e la gestione di servizi rivolti agli inquilini e al quartiere. I primi alloggi saranno pronti entro la fine di quest’anno, i restanti entro la fine del prossimo.