Si chiama “housing sociale” ed è un progetto che nasce a Torino per aiutare chi si trova in difficoltà economica ed ha bisogno di un posto in cui vivere
“Sharing” è un albergo sociale che nasce con l’intento di offrire casa a chi non ha la possibilità di permettersene una. Si tratta di uno dei cavalli di battaglia di tante campagne elettorali, che finalmente si è concretizzato, permettendo di attenuare, seppur in minima parte, il problema dell’alloggio. Il palazzo in questione era un vecchio edificio abbandonato di Torino in cui una volta c’erano le Poste e che, dopo le dovute restaurazioni, ha avuto una “seconda possibilità”, così come i 9mila ospiti dell’edificio durante il primo anno.
Come spiega Mario Ferretti, uno degli amministratori dell’albergo sociale: “L’idea è nata perché c’è stata l’occasione. Il comune di Torino aveva infatti indetto il bando, nel 2008, per l’acquisto e la gestione di un albergo in periferia, disabitato, che era delle Poste. Sharing è il primo progetto di housing sociale temporaneo – continua – realizzato a Torino, e anche in Italia al momento. E’ una soluzione abitativa temporanea per le persone che si trovano in momenti critici, o che vengono da fuori per studiare o lavorare. In parte si contribuisce anche all’emergenza abitativa del comune di Torino, per le persone sfrattate”.
L’edificio offre altri servizi, tra cui una mensa economica, una biblioteca, il wifi gratuito, il doposcuola per bambini e un poliambulatorio (aperto anche agli altri cittadini a prezzi sociali).
Ovviamente non tutti possono usufruire del servizio: è necessario infatti non disporre di un reddito dimostrabile oppure non avere un reddito più alto di 12mila euro lordi annui. Le richieste arrivano principalmente da studenti (spesso stranieri), giovani coppie e lavoratori in trasferta, ma soddisfa anche emergenze abitative del comune.
“Il bilancio del progetto – conclude Ferretti – è positivo. Siamo in pareggio e abbiamo raggiunto i ricavi attesi”. In effetti c’è già in cantiere il progetto di realizzare un altro albergo sociale sempre a Torino, con l’auspicio che altre città decidano di seguire questo esempio