Sepolti in un cassetto due bandi per la realizzazione di case popolari

Dal 2010 ci sono due bandi impolverati nei cassetti dell’assessorato alla Trasformazione urbana di Roma Capitale.

Si tratta di due incartamenti molti importanti che riguardano la possibilità di offrire un tetto a chi non se lo può permettere. Ad oggi, secondo quanto dichiarato dall’assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale, Giovanni Caudo: “L’Amministrazione comunale, attraverso l’Assessorato alla Trasformazione Urbana, ha deciso di completare l’iter di due bandi, emanati nel 2010, riguardanti l’housing sociale. La verifica condotta dagli uffici sulla consistenza e fattibilità degli interventi proposti dai privati ha rilevato la possibilità di realizzare circa 1000 alloggi sociali”. Ma c’è di più, l’Assessorato avrebbe anche predisposto, insieme all’Assessorato alla Casa, un intervento per ottenere 4000 alloggi attraverso finanziamenti regionali.

In pratica si sta parlando della famosa emergenza abitativa e piano casa. Le cosiddette case popolari. Secondo quanto dichiarato dall’Assessorato queste case popolari dovrebbero fornire una risposta a quanti sono nella graduatoria per l’emergenza abitativa con 10 punti e, già nel 2014, secondo gli auspici la disponibilità degli alloggi sarà di quota 600. Inoltre, altri 4000 alloggi destinati alle cooperative saranno realizzati sbloccando 14 piani di zona, su 28, risalenti al 2006.  Le procedure necessarie a questa operazione coinvolgeranno positivamente anche le imprese, che potranno godere di finanziamenti regionali per circa 30 milioni di euro l’anno nei prossimi 3 anni.

In circa quattro anni di attesa, Roma, però è stata invasa dal cemento armato con appalti e concessioni che hanno visto la costruzione di migliaia di appartamenti privati, in zone che ancora non vengono servite dai servizi primari (luce, rete fognaria, acqua). Uno scandalo per chi da anni aspetta che l’amministrazione mantenga i patti.