Nella primavera 2015 pronte 43 unità a costi sostenibili in social housing. Un sistema di sostegno sociale ideato un secolo e mezzo fa dai Marchesi Giulia e Tancredi di Barolo, oggi più che mai attuale.

Torino. Un nuovo complesso di 3mila metri quadri nel cuore storico di Torino con 43 unità immobiliari a costi sostenibili, in social housing per oltre 80 persone: un progetto concepito per la prima volta in modo integrato con le 13 realtà assistenziali già attive negli stessi spazi e impegnate nella risposta ai principali bisogni sociali. Sarà pronto nella primavera 2015 tra le vie Cigna e Cottolengo, nel cosiddetto Distretto Sociale dell’Opera Barolo.

Con questo dono alla città Opera Barolo festeggia i 150 anni dalla fondazione e conferma la sua vocazione di ‘cantiere di civiltà’ per il territorio.

Opera Barolo, l’ente creato nel 1864 dalla Marchesa Giulia di Barolo quale erede del patrimonio sociale, culturale ed economico, responsabile delle attività di welfare avviate con il marito Tancredi, propone da sempre forme di aiuto immediato nel momento del bisogno, ma che portano con sé anche gli strumenti per superare l’emergenza. Nessun aiuto è fine a se stesso e le opere assistenziali sono sempre collegate con quelle educative.

La nuova struttura di social housing nasce dalla collaborazione con Regione Piemonte e Comune di Torino ed è realizzata dall’Opera Barolo e dalla Cooperativa Di Vittorio (Ente Attuatore) attraverso un finanziamento fondiario di 4 milioni di euro. Il Comune di Torino ha promosso l’iniziativa fin dalle prime fasi ed ha collaborato attivamente nella progettazione architettonica e gestionale. La Regione Piemonte, che ha indetto il bando di sperimentazione di housing sociale e selezionato il progetto interviene con un finanziamento di circa 840mila euro.

La cooperazione tra pubblico e privato e società civile ed ecclesiale è al centro del pensiero dei Marchesi di Barolo ed è su quest’asse che sono state e sono tuttora avviate le azioni e i progetti dell’ente.

Attualmente l’Opera ospita nei propri immobili, anche al di fuori del Distretto Sociale, una quarantina di enti partner. Si tratta di associazioni, cooperative, organizzazioni no-profit, congregazioni religiose e istituti scolastici, impegnati nell’assistenza (per il 57%), nell’educazione scolastica (41%) e nella cultura (2%). Ad essi viene erogato un servizio di ospitalità per un valore di circa 1.500.000 euro all’anno. Nel solo 2012 oltre 6 mila persone hanno usufruito dei servizi e 500 studenti hanno frequentato le scuole collegate all’Opera.

Le iniziative vengono ospitate dall’Opera Barolo in base all’aderenza con la propria missione. Gli enti partner sono individuati per attinenza con il settore educativo, sociale e culturale e per la disponibilità a realizzare una ‘integrazione strategica’ a favore dello sviluppo del capitale umano. Come voluto dai Marchesi.

Il territorio è centrale nella strategia di sviluppo sociale di Opera Barolo, che da sempre supporta iniziative per Torino e per il Piemonte, prendendo spunto dalle idee pionieristiche dei Marchesi di Barolo, come la riforma carceraria realizzata da Giulia con la partecipazione delle detenute torinesi e l’apertura nella loro dimora di Palazzo Barolo del primo asilo infantile (1829) e della prima casa-famiglia del Piemonte (1845). Anche oggi la maggior parte delle attività si sviluppa a Torino, a Palazzo, negli edifici nell’isolato di Piazza Savoia e nel “Distretto Sociale”, l’isolato realizzato dai Marchesi nel 1823 destinato alle istituzioni da loro create, tra cui il Rifugio per le ex detenute e l’Ospedale di S. Filomena per i bambini diversamente abili.

Giulia Colbert e Carlo Tancredi Falletti di Barolo crearono un sistema di attività a favore dello sviluppo umano rivolto soprattutto alle giovani generazioni e alle fasce di popolazione più bisognose.

Nella loro opera si riconosce una vision particolarmente profetica per i tempi attuali: solo intrecciando valore sociale, economico, culturale e politico, è possibile contribuire allo sviluppo delle persone e dei contesti. Agendo con progettualità economica e sociale, è possibile ampliare le possibilità per le persone, e i loro contesti di vita e territoriali possono crescere e fiorire.

Da ciò deriva la mission dell’Opera Barolo, che è gestita come indicato nel testamento di Giulia, basandosi sul principio dell’equilibrio e della sinergia tra pubblico e privato. La presidenza triennale è affidata in alternanza all’Arcivescovo e al presidente della Corte d’Appello di Torino. Attualmente il 50° Consiglio di Amministrazione dell’Opera è presieduto dall’Arcivescovo S.E. Monsignor Cesare Nosiglia. Alla scadenza, nel luglio 2014, la carica passerà al Presidente della Corte d’Appello di Torino.

Materiale fotografico e cartella stampa disponibile al link http://docs.studiomailander.it/operabarolo/