Bugli: “Da fragilità occasioni di crescita”
Su un nuovo ‘housing sociale’ pubblico la Toscana va avanti. “Il bando con cui conferiremo ad un fondo 5 milioni di risorse regionali sta per uscire: forse già la prossima settimana”, annuncia l’assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, approfittando dell’ottavo congresso regionale della Fillea della Cgil, il sindacato delle costruzioni e del legno, che si è svolto stamani alla Casa del popolo di San Casciano in Val di Pesa. E non a caso. L’operazione permetterà infatti di riattivare il mercato delle costruzioni, colpito dalla crisi più di altri.
“L’housing sociale potrà essere una risposta a tutti gli alloggi che giacciono invenduti e spesso ancora da completare: sarà un’opportunità per ristrutturare aree dismessi e vecchi alloggi”. Un tema al centro peraltro della relazione del segretario Giulia Bartoli. Ma l’housing sociale permetterà anche di offrire una casa a chi è non è così ‘povero’ per una casa popolare ma non sufficientemente ‘ricco’ (o magari semplicemente precario) per un affitto a prezzi di mercato o per comprarsi una casa con un mutuo. “In questo modo – annuncia l’assessore Bugli – potremo garantire l’affitto di una casa di 80 metri quadri attorno a Firenze a circa 450 euro dal mese”.
Risparmio energetico, Regione in campo – L’housing sociale è l’esempio, il primo, che l’assessore porta per dire che “in questo momento di crisi coesione sociale e crescita devono andare di pari passo ma occorre anche sfruttare le fragilità come occasione di sviluppo”. Il cambio di passo che l’assessore ha cercato di imprimere al tavolo regionale sull’edilizia, ricostituito la scorsa estate e che un tempo si occupava solo di crisi aziendale. “Come per l’housing sociale potremo fare lo stesso – dice Bugli – con la salvaguardia del territorio ed il recupero ambientale, sempre più necessaria dopo sei alluvioni in quattro anni. Altrettanto vogliamo spingere sul risparmio energetico: lo Stato già incentiva le ristrutturazioni con detrazioni fiscali del 50 o 65 per cento in dieci anni. A volte mancano però la consapevolezza del risparmio e i soldi per partire. La Regione interverrà offrendo gratuitamente una prima valutazione sui risparmi fiscali ed energetici da parte di professionisti e garantendo poi un prestito a tassi vantaggiosi a chi deciderà di ristrutturare la casa per abbattere i consumi energetici”
Prevenzione dal rischio idrogeologico, 50 milioni a disposizione – Certo per trasformare una fragilità in occasione di sviluppo sono necessarie due condizioni. “Che il pubblico investa: noi per la prevenzione dei rischio idrogeologico abbiamo messo 50 milioni nel 2014 – dice Bugli – Occorrerebbe che anche lo Stato facesse altrettanto e lo facesse per dieci anni, in modo da poter spendere in Toscana 100 milioni ogni dodici mesi”. Ma anche le aziende devono attrezzarsi e riconvertirsi. “Chi pensa di poter vivere costruendo solo villette schiera – confessa Bugli – è destinato a fallire”.
Nel corso della lunga relazione del segretario, il sindacato aveva chiesto al pubblico e in particolare alla Regione un segnale proprio su housing sociale, aree dismesse da recuperare, centri storici da qualificare, efficientemente energetico di edifici pubblici e privati, uso di nuovi materiali. E poi ancora controlli per garantire la sicurezza nei cantieri, misure contro le infiltrazioni mafiose negli appalti, appalti non al massimo ribasso che “spesso si traducono solo in cantieri che si interrompono, materiali scadenti e scarso rispetto delle norme per la sicurezza”. Il sindacato ha chiesto interventi anche sul fronte lapideo, con il plauso alla Regione per la filiera creata per il settore del legno e il protocollo sul pronto soccorso esteso alla Siena Grosseto. La Fillea chiede anche un maggior intervento del pubblico per far ripartire l’economia:” no a tagli lineari ma qualificazione della spesa”.
Patto di stabilità – “Purtroppo la nostra capacità di spesa, con l’ultima finanziaria del governo, è ancora diminuita – risponde Bugli – Credere di poter ottenere un allentamento del patto di stabilità su tutto è pura illusione, oltre che sbagliato. La proposta giusta ci sembrava quella avanzata come Regioni: ovvero togliere dal patto di stabilità la spesa per la salvaguardia del territorio, un po’ come avviene per la sanità perché lì c’è di mezzo la vita, e togliere dal patto anche i cofinanziamenti dei progetti europei, con opere che rischiamo altrimenti di bloccare visto che di cofinanziamenti fino al 30 per cento a volte si tratta”.