Famiglie in difficoltà vivono in case inadeguate. Il 75% degli anziani vive da solo, in abitazioni che nell’80% dei casi sono esageratamente grandi.
Persone che con un reddito di 7000 euro vivono in case che valgono anche 400 mila euro. 20mila persone vivono in un nucleo con una persona in condizione di fragilità (principalmente disabile). Gli studi presentano un modello che può aiutare le famiglie a non sradicarsi e a trovare servizi di sostegno nel mondo del non profit. Evitando che le persone in difficoltà vengano schiacciate dalle regole del mercato. Presentati due studi a riguardo alla presenza del ministro Poletti e del presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti.
Fondazione Cariplo ha presentato questa mattina a Milano due studi sul tema della casa come strumento di welfare. Le ricerche sono state realizzate dall’Osservatorio della Fondazione Cariplo e pubblicati nella collana dei quaderni.
Gli studi sono stati presentati di fronte al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti che ha sottolineato: “Sul fronte dell’abitare abbiamo oggi molte componenti che possono coagire. La tecnologia, mercato, il non profit e la rete di volontariato. Come Governo, abbiamo recentemente sottolineato l’importanza del Terzo Settore, purché non ci si rivolga ad esso solo quando Stato e Mercato non ce la fanno. Dobbiamo lavorare insieme, anche sui temi che riguardano l’abitare, il lavoro, il welfare, la sanità. Il mondo deve provare a cambiare. Dialogando con quelle realtà che queste esperienze le stanno facendo, come Fondazione Cariplo e l’universo che sta attorno ad essa. La volontà e’ quella di agire seguendo tutti coloro che sono in grado di fare innovazione. Come ha dimostrato di fare il non profit”.
Il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, al termine della presentazione dei due studi ha aggiunto: “Venerdi scorso e’ scaduto il termine del primo bando lanciato in Italia sul tema del welfare di comunità, con dieci milioni di euro che la nostra Fondazione ha messo a disposizione per idee che nascono da basso; gli enti non profit hanno presentato complessivamente 83 progetti. Vogliamo collegare la sfida del welfare di comunità a quella già lanciata in passato sul fronte dell’housing sociale, di cui si è parlato qui stamattina. Welfare e casa sono due fattori fondamentali per il bene delle persone che vivono nelle nostre comunità’
In Italia, dato l’alto tasso di diffusione della proprietà immobiliare. Le persone arrivano alla terza età possedendo l’abitazione, ma sempre più povere dal punto di vista del reddito, in difficoltà anche nel sostenere servizi e cure, specie se in famiglia vivono anche persone disabili.
Aumenta dunque l’interesse per strumenti come la nuda proprietà (o il prestito vitalizio ipotecario) che consentono di dotare le famiglie di una parte della ricchezza continuando a vivere nella stessa casa.
Fondazione Cariplo identifica in questo ambito un ruolo per il non profit, anche per strutturare un modello che non guardi alla speculazione o semplicemente al mercato, ma per trovare un punto di equilibrio, che può servire al mercato, senza perdere di riferimento il fatto che stiamo parlando della vita delle persone.
“Oggi il mercato opera a volte in condizioni di scarsa trasparenza – spiega Luca Beltrametti, curatore di una delle ricerche – il nostro studio ha realizzato una fotografia della situazione immobiliare; abbiamo valutato alcuni strumenti per tutelare le parti più deboli per far sì che essi vedano riconosciuto il giusto valore della nuda proprietà. E infine abbiamo ipotizzato la necessità che vi sia un soggetto istituzionale a fare da garanti su queste operazioni e in grado di attivare la rete dei servizi non profit’.
Il 70% degli anziani e’ proprietario. Il 75% vive da solo, in case che nell’80% dei casi sono esageratamente grandi per loro. Persone che con un reddito di 7000 euro vivono in case che valgono anche 400 mila euro. 20mila persone vivono in un nucleo con una persona definita in condizione di fragilità (principalmente disabile).
Una mappatura completa che incrocia anche l’età dei genitori con quella dei figli disabili (down), portando a considerazioni sull’aspettativa di vita di genitori e figli.
Pensare dunque alla casa come luogo di welfare significa però anche promuovere nuovi modelli dell’abitare, come la residenzialità leggera e sociale favorire la vita indipendente o a sostenere le prime esigenze di vita assistita degli anziani e persone con disabilità di fronte al ‘dopo di noi’, il momento in cui i genitori non ci saranno più.
L’Osservatorio di Fondazione Cariplo ha analizzato alcune delle migliori pratiche internazionali (Viviendas dotacionales a Barcellona, Continuing care retirement community negli Usa) e italiane, fra cui le esperienze di Bird, a Brescia, o il progetto del Borgo sostenibile di Figino (Milano).
I quaderni sono pubblicati nell’apposita sezione del sito:
http://www.fondazionecariplo.it/it/strategia/osservatorio/i-quaderni-dell-osservatorio.html