Anna G. è sincera e ammette che l’housing sociale all’inizio è stato scelto da lei e suo marito Riccardo soprattutto perché significava avere finalmente una casa più spaziosa
“Le due figlie stavano diventando grandi e vivevamo in affitto in due locali”, dice, “ eravamo davvero stretti”. All’epoca, aprile 2013, sia lei, psicologa in una struttura pubblica, che il marito, operatore sociale, erano precari. “Ansia e nessuna possibilità di accedere a un mutuo”, traduce velocemente.
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