Cohousing e coliving si stanno diffondendo in tutto il mondo. Condividere gli spazi abitativi e vivere la casa per brevi o lunghi periodi in modo collaborativo fa risparmiare denaro, privilegia i rapporti umani e riduce gli sprechi ambientali

Il cohousing e coliving rispondono a precise regole che assicurano la convivenza all’interno di condomini strutturati tra spazi pubblici e privati. Niente a che fare con le comunità hippie e tutta una serie di situazioni abitative poco chiare: oggi la parola d’ordine è partecipare seguendo regole comuni. Cambia la società e le priorità delle persone, a cominciare dal rapporto con la propria abitazione che include stili di vita e denaro. Famiglie allargate, lavoro flessibile o precario, ritmi veloci e esigenza di sostenibilità aumentano il bisogno di condivisione, scambio e collaborazione.
Per le nuove generazioni tra 18 e 35 anni si tratta di un notevole cambio di prospettiva, dato che la casa di proprietà in Italia è sempre stata vista come traguardo di vita. Oggi non è così importante, anche perché per avere capacità gestionali finanziarie è necessario disporre di un patrimonio e oggi sempre meno persone possono beneficiarne. Al posto di acquistare casa impegnandosi con mutui infiniti, può venire il legittimo dubbio che sia meglio tornare a pagare un affitto, specialmente se nel costo sono inclusi tutti i servizi per vivere bene e persone affini.

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Fonte: Bintmusic.it