“La città dei 15 minuti”: che cos’è, cosa significa abitarci, come si progetta e come si realizza? Un confronto tra esperienze internazionali pre e post-Covid19, che mette in luce nuove prospettive per vivere e valorizzare la prossimità urbana
18 novembre 2020 – Nel palinsesto dei talk promossi da Urbanpromo merita particolare attenzione per la sua connotazione disruptive l’evento “Abitare la prossimità”, che ha riunito – nel primo pomeriggio di oggi – un ampio parterre di relatori nazionali e internazionali con l’obiettivo di stimolare la condivisione di esperienze sull’evoluzione del senso di prossimità nelle città moderne, pre e post-covid19. Al centro della tavola rotonda, il tema della “città dei 15 minuti” intesa come spazio abitabile esteso, fondato su un’idea di prossimità ibrida.
L’evento ha consentito di raccontare e prospettare questo nuovo modo di vivere e abitare la città: uno spazio che si ri-plasma come una sorta di piattaforma, in cui tutto ciò che serve e che rappresenta la quotidianità si trova a pochi minuti a piedi dal luogo in cui si abita. La città diventa quindi, a tutti gli effetti, un territorio da abitare, che si estende dalla residenza al quartiere e alle diverse attività e servizi che in esso si possono trovare. E, per questo, propone una visione dell’abitare contemporaneo basato su una nuova idea di prossimità e dei valori che essa può portare con sé.
La città dei 15 minuti si realizza, in primis, collegando a scala locale diversi programmi. Quelli attinenti agli asili, alle scuole e ai centri di assistenza sociosanitaria, prima di tutto; ma anche al verde, alla dotazione di spazi pubblici, alla mobilità, alle opportunità di lavoro – generate dalla ridistribuzione territoriale del lavoro online o prodotte dalla rivitalizzazione di attività artigianali e industriali tradizionali.
Per farlo occorre una nuova capacità di governo e di progettazione. Una governance che stimoli e supporti con flessibilità le risorse di cui la città dispone e che, al tempo stesso, coordini e colleghi a livello locale diversi interventi settoriali. Una co-progettazione che coinvolga diversi attori, si articoli su diverse scale e su diversi terreni, e utilizzi una molteplicità di approcci e competenze progettuali.
L’incontro di oggi è stata un’occasione importante per riflettere su quali siano le capacità di governo e di progettazione necessarie allo sviluppo di tale modello, sulla base delle esperienze di innovazione sociale e urbana intraprese da alcune città europee – Barcellona, Copenaghen, Parigi e Milano.
“La città dei 15 minuti è una delle possibili trasformazioni della città che abbiamo di fronte, sicuramente una delle più promettenti e attrattive: molti dei cambiamenti in atto ne favoriscono lo sviluppo. Ma l’attuazione di questa visione non è né facile né scontata: il primo passo dovrà essere quello di sceglierla e di rafforzarla con il supporto di tutti quelli che ci stanno lavorando. La città 15 minuti rappresenta un modo di abitare e vivere la quotidianità in cui la residenza si collega in modo fluido e continuo alla città e alle sue attività, anche nelle aree periferiche. Ed è proprio attraverso le logiche di prossimità che i quartieri si aprono all’intera città, in coerenza con gli obiettivi sociali e ambientale che ci siamo posti.” – Giordana Ferri, Direttore Esecutivo Fondazione Housing Sociale.
“Stiamo vivendo una fase storica in cui le città vanno ripensate. Lo sta facendo Milano, come Parigi, Barcellona, Copenaghen; l’obiettivo comune è che ogni cittadino abbia, a 15 minuti da casa, tutti i servizi di cui ha bisogno. Questo non significa relegare la nostra vita in spazi più ristretti ma cambiare strategia rispetto a un passato recente dove, dal commercio alla sanità, l’obiettivo era concentrare tutto in pochi luoghi specializzati. A Milano ci sono 1 milione e 400mila residenti in 88 quartieri: stiamo lavorando perché ognuno di questi acquisisca una nuova centralità. In questi mesi abbiamo allargato i dehor di bar e ristoranti, realizzato nuove piazze e spazi pedonali che sono diventati presidi di socialità. Il confronto tra le esperienze europee è utile anche per intercettare nuove possibilità e soluzioni, perché al di là dell’emergenza, la città a 15 minuti rappresenta il futuro delle grandi metropoli.” – Pierfrancesco Maran, Assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano.
“Originariamente, l’idea della città dei 15 minuti è stata motivata da ragioni ecologiche, sociali ed economiche. Oggi, la catastrofe del Covid19 ci sta insegnando che la resilienza sociale e la rigenerazione urbana vanno costruite a partire da una nuova idea di abitare e di prossimità. Il che è proprio ciò che caratterizza la città dei 15 minuti.” – Ezio Manzini, fondatore di DESIS network.
“L’attuale emergenza Covid porta a modificare il nostro modello di città, ci obbliga a pensare una città diversa. Perché differente sarà il nostro modo di vivere gli eventi, la socialità, gli spazi privati e urbani, il nostro stesso modo di vivere e lavorare, almeno sino a quando non avremo una soluzione definitiva a questa pandemia” spiega l’Assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani, che prosegue: “Come Amministrazione siamo chiamati a riprogettare, ancora una volta, il volto di Milano e il suo modo di essere, pensando magari ad una città a 15 minuti in cui ogni quartiere è dotato di tutti i servizi necessari alla vita dei cittadini, dalle attività commerciali, a quelle sociali.” – ha dichiarato Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano .
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Fondazione Housing Sociale www.fhs.it/
FHS – Fondazione Housing Sociale – nasce nel 2004 sotto l’impulso di Fondazione Cariplo, con l’obiettivo di rispondere alla crescente emergente abitativa attraverso la promozione di iniziative di housing sociale che, congiuntamente all’offerta di alloggi a canoni calmierati, favoriscano la nascita di smart communities. La Fondazione è oggi principalmente attiva come ente promotore del modello di housing sociale in Italia nel suo complesso e come advisor tecnico-sociale dei fondi che investono nel settore, fornendo assistenza nella progettazione degli aspetti urbanistici, architettonici e sociali dei progetti e supporto nell’accompagnamento sociale delle comunità di abitanti.