Una stanza per studenti costa 550 euro al mese, famiglie a basso reddito fuori dal mercato. Il problema casa nel capoluogo: «Il modello esiste già, è nella sua storia». Da aggiornare con incentivi fiscali e finanziari

 

«Il modello di Milano non è Londra ma Milano». La sintesi di Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat e Ccl (Consorzio cooperative lavoratori), è in questo promemoria: per tenere a mente che in fondo è già tutto lì, in una storia di attenzione sociale e inclusione che da sempre fanno parte dell’identità di una città. Il motivo del promemoria sta in alcuni dati.
Il primo è che a Milano ci sono complessivamente 800mila alloggi, dagli attici del centro ai monolocali popolari, e che l’80 per cento appartiene a persone fisiche. Il secondo è che mentre l’edilizia residenziale sociale riesce bene o male a soddisfare almeno una fetta di quanti possono permettersi di pagare un affitto annuo da 80-100 euro al metro quadro (cioè 400-500 euro al mese per 60 metri quadri) manca tuttora un’offerta – e manca anzi sempre di più, anche in vista del rientro degli studenti fuori sede dopo un anno e mezzo di pandemia – per chi di euro al mese non riesce a metterne lì più di 250-400.

 

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Fonte: corriere.it