L’housing sociale si sta evolvendo, esplorando nuovi modelli che uniscono formule di finanziamento innovative e concept progettuali avanzati per nuovi modelli di integrazione sociale e rigenerazione urbana, con spazi condivisi, servizi di prossimità e innovazioni tecnologiche che rispondono ai bisogni delle comunità locali e favoriscono la sostenibilità a lungo termine.

Sul fronte finanziario, si punta a ridurre la dipendenza esclusiva dai fondi pubblici e dalle fondazioni bancarie, aprendo a partenariati con privati e a fonti di finanziamento multilaterali come la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB).

«La parola chiave è blending», spiega Noemi Gallo, architetto esperta di housing, descrivendo un approccio che integra risorse economiche e attori pubblici e privati, nonché modelli abitativi flessibili e orientati alla condivisione, alla sostenibilità e alla riduzione del consumo di suolo. L’introduzione del concetto di “alloggio sociale” nel 2008 ha avviato numerosi progetti grazie al sostegno di fondazioni bancarie e enti privati, con contributi saltuari del PNRR attraverso il PINQuA. Tuttavia, oggi il settore cerca un maggiore coinvolgimento di partner privati e istituzioni finanziarie internazionali per ampliare la capacità di intervento.

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Fonte: italia-informa.com