«Prevedere la cessione, in base ai meccanismi previsti dalla normativa sull’Housing sociale, di almeno il 20% delle aree e degli immobili demaniali in dismissione, per realizzare alloggi sociali destinati sia alla locazione che alla proprietà».
La proposta arriva dal settore abitazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, com’è noto uno dei comparti economici più colpiti dalla crisi di questi anni. «Occorre ribadire» – si legge in un documento diffuso pochi giorni fa dall’Alleanza – «che è fondamentale promuovere un uso solidale dei suoli da parte degli enti locali, in modo da consentire l’acquisizione delle aree stesse a costi compatibili con esigenze sociali», anche «nell’ottica di contenere il consumo di territorio.
La questione del reperimento delle aree per la costruzione di nuovi alloggi deve essere risolta a monte, nell’ambito della programmazione urbanistica. La normativa sull’uso dei suoli dovrebbe considerare fra i servizi a standard anche i servizi abitativi destinati a quelle categorie che costituiscono la compagine sociale delle nostre cooperative». Considerato però che è «impensabile fare housing sociale senza una fiscalità di vantaggio», tale misura andrebbe accompagnata a un alleggerimento della pressione fiscale sulla casa, «in questi ultimi tempi aumentata a dismisura».
Indispensabile, nello stesso tempo, il ruolo degli Istituti di Credito, che dovrebbero «tornare a finanziare iniziative con piani di fattibilità dettagliati e con basso rischio di insolvenza in quanto finalizzati a soddisfare bisogni reali», e «un’attività di lobbyng affinché i fondi strutturali europei della programmazione 2014/2020 destinati a obbiettivi di coesione sociale possano essere utilizzati anche per interventi di social housing».