Troppo esoso un investimento da 100mila euro e poco conveniente in un periodo di forte recessione.
Devono aver pensato questo le 4 banche contattate dal Comune di Bari per l’avvio dell’housing sociale.
Nessun istituto bancario ha partecipato per ora al bando, scaduto mercoledì 31 agosto, con il quale Palazzo di Città avrebbe dovuto individuare il soggetto attuatore e gestore del fondo di garanzia per sostenere i canoni di locazione delle giovani fasce sociali più deboli.
Il progetto – denominato Frhog e avviato nel 2007 dal Ministro alle Politiche Giovanile – prevede la creazione di un fondo (800mila del Governo, 100mila del Comune e altri 100mila dell’istituto di credito scelto tramite il bando) da destinare a rotazione alle categorie interessate (tra cui under 30, giovani coppie, stranieri regolari, studenti fuorisede, Erasmus e i neo laureati in uscita dalle residenze universitarie) per pagare regolarmente l’affitto. Una formula semplice e veloce: il proprietario di un alloggio e il potenziale inquilino presentano un contratto preliminare regolare di locazione allo sportello comunale chiedendo gli incentivi previsti.
Il Comune poi, tramite un conto corrente, attinge dal fondo le quote per coprire i rischi di morosità e/o danni, sostituire il deposito cauzionale e per permettere all’inquilino moroso di ottenere un importo fino a 12 mensilità del canone locativo iniziale da restituire entro 24 mesi. Inoltre eroga prestiti per coprire i primi sei mesi del contratto d’affitto da restituire poi entro i 3 anni successivi a un tasso di interesse inferiore a quello di mercato.
Insomma, un fondo che di volta in volta tra entrate e uscite resta inalterato e riutilizzabile. La Ripartizione Patrimonio, tramite il direttore Umberto Ravallese, cercherà di ottenere un incontro a Roma per trovare una soluzione e per non perdere questa possibilità. Tra le possibilità ipotizzate l’affidamento del servizio alla Tesoreria comunale.