Le questioni di maggiore impatto fanno riferimento a tre programmi diversi ed in particolare al Piano Urbanistico Comunale; agli interventi sul Piano Casa e a quelli presentati a valere sui due bandi regionali dell’housing sociale
Sono ormai svariati mesi – si legge in una nota dell’Ance Benevento – Associazione Nazionale costruttori Edili – che assistiamo da spettatori ad una serie di interventi mediatici, più o meno corretti, sugli interventi di natura urbanistica che interessano la città di Benevento.
La situazione che si è delineata sta generando una forte incertezza negli operatori economici privati, impedendo loro di programmare investimenti, ed una certa diffidenza dell’opinione pubblica locale nei confronti di ogni intervento edilizio sul territorio.
E’ un fatto che la città di Benevento è interessata da una molteplicità di proposte di interventi edilizi, che incideranno sull’intero asset urbanistico del territorio nei prossimi anni. Una situazione che, già nel maggio scorso, ci ha portato a dire che la “questione urbanistica” era una delle priorità sulla quale la futura amministrazione si sarebbe dovuta confrontare.
Le questioni di maggiore impatto fanno riferimento a tre programmi diversi ed in particolare al Piano Urbanistico Comunale; agli interventi sul Piano Casa e a quelli presentati a valere sui due bandi regionali dell’housing sociale.
Si tratta di interventi che hanno una partenza sfalsata, caratteristiche diverse sia con riferimento agli indici costruttivi, che alla loro osservanza nei confronti delle attuali norme urbanistiche.
Così, ad esempio, non è corretto considerare inopportuna la previsione nel PUC della piattaforma logistica o dell’aeroporto, perché il PUC rappresenta il principale documento di programmazione urbanistica del territorio che probabilmente avrà una valenza per i prossimi 30-40 anni. Pertanto, è doveroso in sede di programmazione considerare tutti i potenziali scenari.
Tutt’al più appare indispensabile capire quali interventi partiranno per primi, situazione che dovrebbe essere chiarita con l’approvazione degli API (atti di programmazione degli interventi) che devono essere varati contestualmente al PUC.
Con riferimento ai progetti presentati a valere sul Piano Casa, che ricordiamo ha una efficacia limitata nel tempo (la scadenza è per giugno 2012), esistono oggettive difficoltà nella disamina delle pratiche, addebitabili in parte ad un testo legislativo, che lascia ampi dubbi di interpretazione ed in parte ad una sorta di “disattenzione” della parte politica, che non è intervenuta anche successivamente alle modifiche apportate con la legge n.1/2011, per individuare a priori le aree degradate sulle quali poter operare gli interventi di riqualificazione di cui all’art.7 (che rappresentano la vera potenzialità della legge).
Infine, gli interventi sull’housing sociale hanno una connotazione ancora diversa, perché finalizzati a rispondere alle esigenze abitative delle fasce sociali più deboli, attraverso il coinvolgimento dei capitali privati, pertanto entrano in gioco ulteriori valutazioni che vanno necessariamente effettuate in maniera coerente con le aspettative del territorio.
Le problematiche sopra descritte sono diverse tra loro ed in quanto tali non possono essere strumentalmente utilizzate per allarmare la cittadinanza, piuttosto che le imprese stesse, generando incertezza, perché, per ciascuna, vanno considerati la localizzazione degli interventi, la quantificazione degli stessi, ma soprattutto se e quando saranno realizzati.
Nello stesso tempo è indispensabile avere una cabina di regia unica che possa analizzare le questioni singolarmente, ma finalizzando il tutto ad uno sviluppo armonico e condiviso del territorio.
La politica con grande senso si responsabilità deve riappropriarsi di questo ruolo, cominciando a dare un segnale con la nomina della Commissione Edilizia, e deve offrire una linea di indirizzo quanto più possibile univoca per fare in modo che anche i tecnici possano lavorare con la dovuta serenità senza strumentalizzazioni da parte dell’esterno.
L’obiettivo principale da perseguire deve essere quello della chiarezza, della trasparenza e dell’univocità di indicazioni, in mancanza delle quali sarà penalizzata l’intera provincia.
Dal nostro punto di vista continueremo a difendere la legittimità della libera iniziativa privata, a credere nella bontà di quegli interventi edilizi che possono rendere più vivibile la città, a rivendicare per le imprese e per il comparto edile in particolare, quel ruolo di volano di sviluppo per il territorio che, a maggior ragione in questo momento di crisi, potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per l’economia provinciale’.