C’è un pezzo molto particolare di “patrimonio” che attende un suo nuovo destino. È la casa Don Marzari di Prosecco, che ha smesso le proprie funzioni nel 2007.
Tra molte polemiche, ormai diventate un ricordo, per gli anziani costretti a trasferirsi. Ma sono passati 5 anni e nel frattempo la grande casa è rimasta disabitata, abbandonata. Non poteva adesso sfuggire al catalogo, e infatti il Comune pensa di poterìci realizzare non già un profitto, ma un nuovo progetto. Quel “social housing” di cui tanto si parla, ma che non sa dove cominciare e come.
«Prima che l’edificio vada in rovina per abbandono – è l’opinione dell’assessore al Patrimonio, Dapretto – vogliamo valorizzarlo, anche aprendo alcune parti e il giardino alla popolazione di Prosecco, sempre sotto il controllo del Comune. Cercheremo un acquirente-gestore attivo nel campo delle attività sociali che possa, coi fondi regionali destinati proprio al “social housing”, realizzare il progetto. I gruppi che si propongono devono comunque essere già accreditati in Regione».
Si tratterebbe di abitazioni a canone agevolato dove privati e Comune gestiscono situazioni abitative per chi non è economicamente in grado di sostenere gli affitti di mercato. Una soluzione che a Trieste ancora non esiste, di cui l’amministrazione Cosolini ha cominciato a parlare da subito, e per la quale – in attesa di proposte concrete – la Fondazione CrTrieste da anni costruisce intanto un tesoretto di risparmi.