Ad averne bisogno giovani, anziani, disoccupati e immigrati
Giovani, anziani, disoccupati e immigrati: sono queste le fasce di napoletani che avrebbero un maggior bisogno di politiche di housing sociale.
Una domanda potenziale che, calcolano gli esperti, è del 22,3% della popolazione residente. E’ il dato emerso oggi al seminario ‘Social housing’ durante il convegno ‘Meetin’ organizzato dalla Borsa immobiliare di Napoli della Camera di Commercio in collaborazione con associazioni di categoria e federazioni degli agenti immobiliari. “Napoli è una città in perenne emergenza abitativa – dice il presidente della Borsa immobiliare, Clemente del Gaudio – è da 40 anni vittima di un blocco delle costruzioni e manifesta da sempre una forte esigenza, soprattutto da parte del ceto medio e delle fasce sensibili”.
Secondo uno studio presentato nel corso del seminario, sono 4 le categorie che avvertono con più urgenza la necessità di una nuova politica di sviluppo immobiliare: pensionati, disoccupati, giovani in età da lavoro e immigrati. Una domanda potenziale che si attesta, dati sottostimati, al 22,3% della popolazione residente. Secondo gli esperti, quindi, anche una risorsa per lo sviluppo economico.
“Bisogna stimolare la creatività del terzo settore – dice il professore di Estimo urbano della Federico II, Luigi Fusco Girard – E al tempo stesso bisogna investire in una ricerca che sia orientata alla definizione di soluzioni capaci di intervenire concretamente sulla qualità della vita”.
Al seminario è intervenuto anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Napoli, Luigi De Falco, che ha illustrato le misure con cui sono state individuate zone nelle quali è possibile massimizzare fino a un 40% la destinazione abitativa delle superfici con variazione di volume zero, fino alla trasformazione in chiave sociale di parte del patrimonio edilizio esistente, con una fase di sperimentazione già avviata ai Colli Aminei e al centro storico